Qual è il futuro di Tortona? Grazie alla sua posizione strategica, molti parlano di una città vocata sia alla logistica che al turismo, addirittura con la prospettiva di diventare la seconda stazione di Genova. Un traguardo raggiungibile, però, solo rispettando rigorosi standard in materia di sostenibilità. Ad esempio garantendo efficienza energetica e limitando le emissioni di Co2. Questi sono stati solo alcuni degli argomenti caldi toccati nella tavola rotonda con cui si è conclusa l’edizione 2023 dell’ATTRAVERSO FESTIVAL, in collaborazione con il Gruppo Entsorga.
Di fronte a un ampio pubblico, la serata si è aperta con i saluti del sindaco Federico Chiodi che ha dato poi spazio agli invitati: Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che ha presentato anche il suo nuovo libro “Dieci mosse per affrontare il futuro”, Walter Massa, fondatore del marchio “Terre Derthona”, Cesare Rossini, presidente della fondazione SLALA – Sistema logistico del Nord Ovest d’Italia, Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio tutela vini Colli Tortonesi e G. Francesco Galanzino, CEO di Entsorga. Il giornalista Antonio Cianciullo, che da oltre 40 anni segue tematiche ambientali, ha moderato l’incontro.
Oscar Farinetti ha iniziato valutando l’andamento del mercato del vino a livello mondiale, per cui si prospetta un aumento di produzione e consumo, e di come dovrebbe differenziarsi ed emergere l’Italia in questo settore: “la Francia e l’Italia hanno prospettiva di entrare nel mito: i costi cresceranno e si eleveranno i vini di qualità. Per questo è importante avere un’identità. Qual è l’identità che ci appartiene? Il Bio. Se bevo vino italiano vivo meglio e di più”. È significativo trasmettere al consumatore questi valori, la percezione di un vino che fa stare bene perché nato da un terreno e un’uva genuina, “il padre e la madre del vino”, come ha sottolineato successivamente Walter Massa.
Il vino rosso è da sempre stato un simbolo rappresentativo del nostro Paese. Walter Massa ha riportato alla ribalta il Timorasso, un vitigno a bacca bianca che nel giro di una trentina d’anni ha subito una notevole crescita di produzione e vendita. Nel 1987, quando lo ha riscoperto, dopo che la sua produzione in passato era stata abbandonata in favore delle uve a bacca rossa perché più fruttuose, se ne producevano solo 500 bottiglie, una quantità che è arrivata all’inizio del 2000 al milione. La prospettiva è di una crescita continua fino ai 3 milioni. Per Walter Massa, i vinificatori possono contribuire alla sostenibilità sia nella produzione che nella distribuzione, ad esempio, diminuendo il peso delle bottiglie. Per ogni kg di vetro prodotto, infatti, si producono a sua volta 2 kg di Co2. Diminuendo il peso delle bottiglie, diminuiranno le emissioni di anidride carbonica, sia per le quantità minori di materiale utilizzato sia nel trasporto dato il minor peso della merce. Massa ha concluso con una riflessione su cosa voglia dire effettivamente essere sostenibili: “Sostenibilità è essere etici noi ma anche essere contornati dall’etica”.
Gian Paolo Repetto ha ripreso il concetto di Farinetti, sottolineando che “è importante che i vini abbiano un’identità chiara, perché facciano da ambasciatore del territorio. Oggi dobbiamo fare solo qualità e non pensare ai volumi”. Bisogna produrre poco vino ma di qualità, rispettando la natura e i terreni che danno vita e personalità a questo prodotto. Per Repetto, infatti, una buona opportunità di identità può essere quella “dell’Isola dei bianchi”, con il Gavi, un altro noto vino del territorio. In quest’ottica ha accennato al progetto “VITA” che ha lo scopo di creare un modello condiviso di conduzione del vigneto orientato alla sostenibilità con soluzioni innovative, sostenendo le 11 aziende vitivinicole pilote del programma. Diventa importante fare squadra al fine di trasmettere questi principi fondanti.
Di logistica ne ha parlato Cesare Rossini, che ha riflettuto su come porti ad occupazione e quindi alla crescita di un territorio, ma come debba essere messa sempre in relazione all’ambiente e agli standard imposti dalla normativa europea in termini di politica ambientale. “Si sta spingendo sui porti liguri che hanno un ruolo e una posizione strategica, con un potenziale di crescita importante” ha asserito Rossini definendo l’obiettivo di creare sempre più connessioni fra i territori e migliorare i collegamenti a livello internazionale. SLALA ha immaginato una retro-portualità di Genova per rispondere alle esigenze del settore del trasporto delle merci e risolvere diversi problemi, primo tra tutti la perdita della spedizione di milioni di container pari a 7 miliardi di incasso.
Francesco Galanzino ha parlato di sostenibilità e aziende, concetti per lui sovrapponibili con quello di durata: “quando parlo di sostenibilità aziendale penso prima di tutto a garantire la possibilità di fare profitto negli anni. E come? Rispettando prima di tutto chi contribuisce a farlo: i clienti, gli stakeholder, i dipendenti e il territorio stesso”. Da questo punto di vista rendere la città “attraente”, capace di “attrarre cervelli”, e generare benefici per il territorio e per le persone che ne fanno parte, diventa quindi uno degli scopi prioritari per un imprenditore.
La serata si è conclusa alle 21.00 nel Cortile dell’Annunziata con Carlo Lucarelli in ControCanti- L’Opera buffa della censura, uno stimolante spettacolo dedicato al tema della censura del Novecento.